Musicalmente stimolati

Quale ruolo svolge la musica nello sviluppo del bambino?

Sin dal quinto e sesto mese di gravidanza, con lo sviluppo dell’orecchio, il feto inizia a percepire i primi suoni che rappresentano il ponte di collegamento con la vita esterna. La voce della mamma e del papà vengono ascoltate prima della nascita, portando il neonato a provare emozioni e sensazioni di tranquillità nell’udirli.

Ma come possiamo stimolare i nostri bambini ritmicamente? I primi giochi sonori avvengono durante i primi mesi di vita, il rumore provocato dagli oggetti che cadono, i suoni prodotti dai sonagli, piuttosto che le semplici voci del mondo circostante.

Un’ attività specifica che può in miglior modo incanalare le energie sonore, è l’atelier musicale: un esercizio ludico che può essere applicato sin dal nido e il cui interesse nasce dall’unione tra la ricerca ORFF e la tecnica riabilitativa del maestro Bianchi.

L’idea di base è quella di procurare una “ dimensione musicale” nel quale il bambino prenda coscienza di sé, attraverso:

  • la stimolazione dei sentimenti;
  • la promozione di attività multisensoriali;
  • il miglioramento dello schema-corporeo;
  • lo sviluppo della coordinazione oculo manuale e della motricità fine.

Una proposta musicale, molto semplice da poter realizzare, è mostrare ad un bambino uno strumento musicale, senza indicargli il suo funzionamento; il primo approccio sarà quello di scoprire e osservare cos’è quello strano oggetto. Il bambino lo userà nei modi più improbabili, ma grazie ad esso imparerà la differenza tra il silenzio e il suono.

La musica accompagna i nostri bambini nella loro crescita e li aiuta anche a potenziare la coordinazione oculo-manuale e la manualità fine, prerequisito indispensabile per la scrittura.

Non ci rimane altro da fare che alzare il volume e stimolarci musicalmente!

Dott.ssa Chiara Codispoti

Educatrice e Rieducatrice del gesto grafico

Scoliosi e Manipolazione

BMC Musculoskelet Disord. 2004; 5: 32. Scoliosis treatment using a combination of manipulative and rehabilitative therapy: a retrospective case series. Mark W Morningstar, Dennis Woggon, and Gary Lawrence

In letteratura è stato dimostrato che la manipolazione spinale sia inefficace nel ridurre in modo significativo le curve scoliotiche. L’eziologia delle scoliosi idiopatiche sembrerebbe includere asimmetrie cerebrali, deformità dell’asse neurale ed errori di informazione a livello nel sistema nervoso centrale. Nel paziente con scoliosi inoltre si associano spesso alterazioni neurologiche come difetti della vista e ridotta stabilità posturale. Lo scopo dello studio proposto è stato quello di verificare se il trattamento manipolativo unito a tecniche riabilitative possa essere efficace nel ridurre il grado di curva, ma anche nel riabilitare gli squilibri neurologici. Sono stati arruolati 22 pazienti di età compresa tra i 15 e i 65 anni con scoliosi confermata da radiografia. In seguito alla misurazione dell’angolo di Cobb sono state valutate attraverso le immagini radiografiche le vertebre in sofferenza e sono state manipolate, eseguendo 3 trattamenti per 4-6 settimane. Sono stati poi insegnati degli esercizi specifici da svolgere in autonomia a domicilio 2 volte al giorno quotidianamente. Al termine dello studio è stata nuovamente effettuata una radiografia di controllo: l’angolo di Cobb da una media di 28° è stato ridotto a una media di 11°, con un recupero di ciascun paziente almeno del 25%. Gli obiettivi del trattamento manipolativo sono stati: correggere le curve cervicale e lombare, recuperando la lordosi che spesso nei pazienti scoliotici è perduta; migliorare le curve in lateralità focalizzandosi su alcuni punti cardine della postura; imparare nuove abilità di coordinazione motoria attraverso i processi cognitivo, associativo e di automatizzazione.

Visualizza l’articolo

DSC_0173

Grazie per la partecipazione!

Raccontiamo la disgrafia

A cura di:
Dott.ssa Chiara Codispoti
(Esperta del gesto grafico)
Chiara Frittoli D.O. B.Sc Ost                                (Osteopata)
PARTECIPAZIONE LIBERA E GRATUITA
Presso l’Istituto Comprensivo G. Paccini
22 Aprile 2015  alle ore 20.30
Via Baracca 25,  Sovico (MB)

Grazie a tutte le maestre della scuola dell’infanzia e della scuola primaria, agli educatori, agli insegnanti e ai genitori: eravate in tantissimi!

Scarica le dispense della serata

IMG_1498 IMG_1499 IMG_1500 IMG_1501

Pubblicato in News

Impariamo a travasare

Un gioco per stimolare la coordinazione oculo-manuale:

Dareste mai in mano ai vostri bambini un  recipiente pieno d’acqua?

Immagino che tutti rispondereste di “No”! In realtà vi stupirebbe sapere quanto questo, possa essere un gioco utile per stimolare il senso-motorio del bambino esercitandone la coordinazione oculo-manuale e l’attività fine-motoria.

Questo esercizio, anche detto “gioco dei travasi” viene proposto generalmente nei nidi, a partire dal primo anno di vita. A seconda dell’attività infatti ci si può sbizzarrire con materiali di forme e dimensioni differenti, spostandoli da un recipiente ad un altro.

Un esempio? Pasta di formati grandi (conchiglioni), fagioli, riso e ceci, per un travaso di tipo solido; mentre acqua e colori naturali per un travaso di tipo liquido.

L’attività proposta dovrà essere realizzata a tavolino, all’interno di un contenitore capiente con lati alti, dando a disposizione del bambino un oggetto alla volta per poter realizzare il travaso con il materiale a disposizione; un consiglio: date un solo oggetto alla volta in modo da farlo sperimentare il più possibile con esso, evitando così ulteriori distrazioni.

Il ruolo dell’adulto è quello di mostrare un esempio del primo possibile travaso, lasciando poi il bambino giocare e “pasticciare” con ciò che gli abbiamo proposto. Sicuramente l’ordine e la pulizia non fanno parte di questo gioco, dunque rilassatevi e godetevi i primi travasi del vostro bambino.

Buon divertimento a tutti!

 

Dott.ssa Chiara Codispoti

Educatrice e Rieducatrice del gesto grafico

Vista, bocca e postura

BMC Pediatr. 2013 Jan 23;13:12. Clinical association between teeth malocclusions, wrong posture and ocular convergence disorders: an epidemiological investigation on primary school children. Silvestrini-Biavati A, Migliorati M, Demarziani E, Tecco S, Silvestrini-Biavati P, Polimeni A, Saccucci M.

Dal momento che i vari sistemi nel corpo sono interconnessi, una condizione patologica in un’area può coinvolgere altre aree. Nello specifico i muscoli giocano un ruolo decisivo, creando delle catene funzionali tra cranio, mandibola, colonna vertebrale, arti e pelvi. Tensioni muscolari in una di queste aree vengono immediatamente trasmesse al resto del corpo. Ad esempio una malocclusione dentale può essere associata a un disallineamento della mandibola che può creare un ipertono della muscolatura masticatoria da un lato e quindi compensi posturali per riequilibrare tale asimmetria. Infatti l’incidenza di malocclusione nei pazienti ortopedici in letteratura risulta essere tra l’83% e l’87%. Inoltre un disallineamento della mandibola può causare un’alterazione della posizione pupillare, con coinvolgimento della muscolatura oculare, che a sua volta deve essere coordinata ai movimenti di testa e collo. L’obiettivo dello studio proposto è stato quello di valutare quanto queste alterazioni sono frequenti in bambini di età compresa tra i 7 e i 10 anni, attraverso un’analisi da parte dell’ortodonzista, dell’ortottico e dell’osteopata. Sono stati analizzati 605 studenti di età media 8.5 ± 2.3 anni. La presenza di un morso aperto è stata associata più frequentemente alla presenza di un occhio sinistro dominante, mentre il morso profondo si presentava più frequentemente in pazienti con occhio destro dominante. I pazienti con un morso aperto e un morso profondo presentavano alterazioni nei test oculari con una frequenza molto più alta rispetto ai pazienti con normale occlusione. Sono state evidenziate tali alterazioni nei test oculari negli adulti con difficoltà alla massima apertura della bocca o con dolori cervicali o nella regione della spalla. Pur non dimostrando un rapporto di causa-effetto questo studio mostra delle relazioni importanti tra postura, funzione visiva e occlusione. Fondamentale per i professionisti che si occupano di bambini è conoscere queste relazioni per poter indirizzare i pazienti allo specialista più adatto.

Visualizza l’articolo.

ost_ped