Apprendimento per tentativi di errore

Il bambino prova più volte a risolvere il problema cambiando strategia, fin quando trova quella funzionale.

Esempio: Quando un bambino costruisce una torre di cubi, può succedere che cada più volte perché ci vuole una buona manualità fine, adeguata coordinazione oculo-manuale e i cubetti devono essere posti in modo preciso uno sopra l’altro. Il bambino sbagliando più volte, modifica la sua strategia, fino a trovare quella ottimale che gli permette di soddisfare il suo desiderio.

Apprendimento per imitazione

Si facilita il bambino “facendogli vedere” una possibile strategia funzionale per risolvere un problema.

Esempio:  nel gioco degli incastri il bambino può comprendere quale sia la forma associata al buco corrispondente ma, non orientandola correttamente, non riesce ad inserirla e ciò può portare all’abbandono dell’attività. Compito della terapista è mostrare al bambino, eseguendo l’azione, quale sia la strategia migliore per portare a termine l’attività e quindi, come fare a far combaciare esattamente la forma con il buco.

Mettiamoci in gioco

ATTIVITA’ PSICOMOTORIA per bambini dai 3 ai 6 anni

Mettiamoci in GIOCO” si rivolge a bambini tra i 3 anni e i 6 anni, età in cui è ancora precoce la pratica di uno sport specifico, ma è invece più indicato un percorso mirato alla maturazione globale del bambino.

L’ attività psicomotoria facilita e sostiene lo sviluppo armonico attraverso il gioco: la condizione più semplice, piacevole ed efficace per apprendere, sperimentare e modificarsi.

Attraverso il gioco, infatti, il bambino impara a conoscere se stesso e l’ambiente che lo circonda, e acquista sempre più consapevolezza del proprio corpo sperimentandosi in sequenze motorie semplici e complesse. In questo modo si pongono le basi per una crescita anche a livello cognitivo.

L’attività ludica è essenziale, inoltre, per la socializzazione e la condivisione delle esperienze con i pari.

“Il bambino non gioca per imparare ma impara perché gioca”. (B. Aucouturier)

Struttura degli incontri:

Ogni incontro viene suddiviso in tre momenti ben definiti: accoglienza/inizio, parte centrale, conclusione.

L’accoglienza è caratterizzata da rituali di entrata, quali togliersi le scarpe, entrare in stanza, sedersi in cerchio e ripetere i propri nomi e le regole.

La parte centrale consiste nell’attività vera e propria. Lo psicomotricista oltre a creare un setting educativo specifico, si inserisce nel gioco spontaneo dei bambini e, soprattutto, propone attività di tipo senso-motorio, simbolico e costruttivo atte a favorire sia la sperimentazione del corpo in relazione all’ambiente, gli oggetti e i compagni, che, di conseguenza, una interiorizzazione delle esperienze che vanno a stimolare lo sviluppo delle competenze motorie, cognitive, emotivo-affettive e sociali.

La fine dell’ incontro viene annunciato in anticipo per dar la possibilità ai bambini di concludere le attività e prepararsi a tornare dalla mamma e dal papà. Prima uscire dalla stanza, infatti, vi è un momento di “distanziazione” (disegno, rilassamento, racconto del gioco fatto o delle emozioni provate) in cui viene favorito il processo di rappresentazione mentale del vissuto.

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Metodo spazio-temporale Terzi

Il metodo Terzi è un sistema di intervento cognitivo-motorio. E’ costituito da un insieme di esercizi che sviluppa la capacità di integrare ed elaborare le informazioni spazio-temporali, relative al proprio corpo e allo spazio personale ed extrapersonale, utilizzando le sensibilità propriocettive e cinestesiche. Infatti gli esercizi, costituiti da 3 parti, (consegna, vissuto e rappresentazione) vengono eseguiti escludendo la vista e ciò permette di porre attenzione su cosa, come e dove il proprio corpo si muove nel tempo e nello spazio.

  • Metodo utilizzato in bambini che presentano:
  • difficoltà di percezione e integrazione dello schema corporeo;
  • difficoltà prassiche e di coordinazione motoria;
  • disprassia e disortografia;
  • problematiche mnemoniche;

Il Metodo facilita l’acquisizione dei prerequisiti della scrittura: la percezione e integrazione dello schema corporeo, organizzazione spaziale e temporale, ritmo e il movimento, memoria, attenzione.

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Neuropsicomotricità individuale e in piccolo gruppo

L’attività neuro-psicomotoria sostiene lo sviluppo globale del bambino, sotto il profilo motorio, comunicativo, relazionale e cognitivo.

L’intervento psicomotorio viene adattato e modificato a seconda delle specifiche caratteristiche del piccolo, in relazione ai suoi bisogni evolutivi, rispettando i tempi, le strategie e l’originalità di ogni processo di crescita.

Partendo dal gioco spontaneo del bambino si favorisce la sperimentazione e la consapevolezza del proprio corpo, fondamentale per conoscersi e conoscere l’ambiente esterno.

A CHI SI RIVOLGE?

A bambini che presentano:

  • Ritardo psicomotorio
  • Disturbi della coordinazione e della progettazione motoria (disprassie, impaccio, goffaggine)
  • Disturbi di regolazione (inibizione psicomotoria / iperattività)
  • Disturbi da deficit di attenzione/ iperattività (ADHD)
  • Disturbi della condotta e dell’adattamento
  • Disturbi di attaccamento e di relazione mamma-bambino
  • Disturbi della sfera emotivo-relazionale
  • Disturbi generalizzati dello sviluppo – Autismo
  • Disturbi specifici dell’apprendimento (disortografia, disgrafia, dislessia, discalculia)
  • Sindromi genetiche
  • Ritardo mentale
  • Deficit cognitivi e disturbi neuropsicologici
  • Disturbi della comunicazione
  • Disturbi neuromotori e ortopedici (PCI, torcicollo miogeno, piede torto)

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Valutazione Neuropsicomotoria

La valutazione neuropsicomotoria è una parte fondamentale della presa in carico del bambino e della sua famiglia. Inizia con il primo colloquio tra i genitori e il terapista in cui viene raccolta l’anamnesi famigliare e del bambino e in cui i genitori raccontano il loro vissuto e le problematiche emerse che li spingono alla ricerca di un trattamento neuro psicomotorio. Dopo questo colloquio conoscitivo, si fissano 3 incontri con il bambino di osservazione.

L’osservazione nella sua globalità deve evidenziare la capacità e il potenziale di quel bambino di stabilire un rapporto con l’altro; eventuali inibizioni, interessi e desideri; il modo in cui il soggetto vive se stesso; il modo come si muove ed agisce; se finalizza i suoi movimenti; se e come comunica utilizzando i mezzi che ha a disposizione, che vanno dall’espressività motoria, verbale e grafica.

Al termine degli incontri viene fissato un colloquio di restituzione con i genitori nel quale il terapista racconta ciò che emerso durante le sedute valutative. Viene proposto e spiegato il progetto riabilitativo individuale e personalizzato, che deve necessariamente essere compreso e condiviso dai genitori. Il progetto è pensato per quel bambino in quello specifico momento, tenendo presente le sue capacità, le potenzialità, le difficoltà e i suoi bisogni specifici.

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Screening neuroevolutivo

Progetto di prevenzione e promozione dello sviluppo del bambino nei primi anni di vita

 

Ogni neonato, è unico e diverso dagli altri, ed esiste una grande variabilità sia nei tempi che nelle modalità delle acquisizioni di nuove competenze.

Tuttavia lo sviluppo del bambino avviene per gradi, o meglio per gradini, i quali devono essere compiuti uno alla volta e secondo una logica sequenza di sviluppo. Ogni traguardo raggiunto dal bambino si sommerà al suo bagaglio personale di competenze che farà da fondamenta per raggiungere l’obiettivo successivo.

Si andranno a valutare l’integrazione delle funzioni e delle competenze del bambino:

  •  Autoregolazione: ritmo sonno/veglia, alimentazione, addormentamento, consolabilità.
  • Area motoria e posturale: valutazione del tono muscolare e dei riflessi, acquisizione posture e modalità di spostamenti.
  • Area della manipolazione: modalità di utilizzo degli arti superiori, raggiungimento dell’oggetto, afferramento, rilascio.
  • Interazione e relazione: attenzione, sorriso, utilizzo dello sguardo, prime vocalizzazioni/parole.

Obiettivi: effettuare una valutazione dello sviluppo del bambino e delle sue modalità di interazione con l’ambiente in modo da poter fornire ai genitori consigli utili sulla cura posturale, la scelta dei giocattoli e sulle modalità di interazione con il bimbo. Ciò permette di fornire al bambino tutti gli strumenti per uno sviluppo sano e armonico.

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Centro Riabilitativo AquaeMed

Il centro Riabilitativo AquaeMed si pone come obiettivo fondamentale la fornitura di un servizio medico-riabilitativo di alta qualità.
Al suo interno esiste un’ampia palestra riabilitativa in grado di offrire attrezzature valide e spazio per operare in completa tranquillità per il paziente e una piscina riscaldata per le terapie riabilitative per problematiche ortopediche, neurologiche e psicomotorie.
Inoltre si stanno avviando corsi di ginnastica con il passeggino per le neo mamme e corsi di ginnastica dolce in acqua. Il centro di trova a Bellusco in via Roma 7 Telefono: 039.62.36.36 – attivo tutti i giorni lavorativi dalle ore 9:00 alle ore 19:00.

Eleonora Farina

Laureata in Scienze dell’Educazione e Psicologia. Ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Scienze Umane (XX ciclo), curriculum “Benessere della persona, salute e comunicazione interculturale”. Attualmente è Ricercatrice in Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione (M-PSI 04) per il Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione “R. Massa” presso l’Università di Milano Bicocca. Sta frequentando la scuola di psicoterapia Panta Rei, ad indirizzo sistemico socio-costruzionista.

Collabora occasionalmente con Percorsi attraverso consulenze psicologiche per famiglie, coppie, giovani, adulti.

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Ipercifosi

L’ipercifosi è un accentuazione della normale curva del rachide dorsale che tende, quando presente, ad aggravarsi durante le fasi dello sviluppo. Escluse condizioni anatomiche vertebrali, l’ipercifosi può essere legata all’assunzione di posizioni scorrette, durante il gioco o lo studio, a un’insufficiente attività fisica che comporta un ridotto tono muscolare, ma possono esistere anche cause psicologiche. L’intervento osteopatico, affiancato da un’adeguata attività fisica ed eventualmente da terapia psicologica, può migliorare molto tale atteggiamento, riducendo in modo netto le posture viziate. Il trattamento manipolativo ha come scopo quello di dare mobilità al tratto dorsale, molto rigido in presenza di ipercifosi, e di ridurre le tensioni anteriori provenienti dallo sterno e dalle strutture anteriori del torace, che determinano la tipica chiusura delle spalle in avanti. Gli input che vengono dati a livello muscolare inoltre mirano a migliorare l’utilizzo di questi durante l’attività fisica, per favorire un recupero ottimale delle curve fisiologiche del paziente.

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