Sinusiti

J Am Osteopath Assoc. 2001 May;101(5 Suppl):S8-13. Sinusitis in children: the importance of diagnosis and treatment. Shrum KM1, Grogg SE, Barton P, Shaw HH, Dyer RR.

Un bambino di 10 mesi viene portato dalla madre al pediatra per febbre e raffreddore, che si presentava in modo intermittente da due mesi. La diagnosi è quella di infezione virale delle vie respiratorie superiori, viene attuata una terapia farmacologica sintomatologica. Il giorno dopo il bambino viene nuovamente portato al medico per la presenza di ulteriori sintomi tra cui vomito e letargia. La diagnosi è quella di meningite, alla TC viene individuata un’infezione dei seni mascellare ed etmoidale probabilmente all’origine della patologia.

La sinusite è un’infezione dei seni (cavità all’interno delle ossa craniche) che si genera prevalentemente in presenza di un’ostruzione con edema della mucosa e ristagno di liquidi infetti. Non sempre l’evoluzione di una sinusite non trattata è una patologia grave come la meningite, ma è molto importante la corretta diagnosi per evitare spiacevoli complicanze. Il trattamento della sinusite consiste nel ridurre l’edema tissutale, favorire il drenaggio e controllare l’infezione. Oltre alla terapia farmacologica, il trattamento osteopatico può avere grande efficacia su questi aspetti. Nello specifico la corretta mobilità delle ossa del cranio, che può essere compromessa durante il parto o per traumi post-natali, è fondamentale per il drenaggio delle cavità dei seni. La compressione delle ossa temporali e dello sfenoide possono anche interferire con il ganglio sfeno-palatino che si occupa dell’innervazione del naso e dei seni. La compressione della base cranica e della cerniera OAE (occipite-atlante-epistrofeo) può interferire con il nervo vago che contribuisce alla deglutizione e innerva il naso-faringe e la faccia. Disfunzioni a livello delle vertebre cervicali e delle prime vertebre toraciche possono interferire con l’innervazione della testa e quindi con il drenaggio venoso e linfatico. Tecniche di rilascio miofasciale e di mobilizzazione di queste aree e specifiche tecniche craniche possono agire in modo significativo sulle disfunzioni citate, migliorando quindi quegli aspetti strutturali che possono peggiorare una sinusite acuta o subacuta.

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cranio

Piede cavo

N Am J Sports Phys Ther. Feb 2010; 5(1): 27–32. Deformity or dysfunction? Osteopathic manipulation of the idiopathic cavus foot: A clinical suggestion. Christopher Kevin Wong, PT, PhD, OCS,a Adi Gidali, PT, DPT,b and Valerie Harris, PT, DPTc

Le deformità dei piedi sono spesso associate ad anormalità nella deambulazione, tra queste il piede cavo causa spesso tendinopatie dei peronieri, instabilità e artrite della caviglia, metatarsalgia o fratture, ripercussioni a livello di ginocchio, anca e schiena. Esistono diversi approcci conservativi per il trattamento del piede cavo, quando questi falliscono si ricorre alla chirurgia, fin dall’età pediatrica. Il trattamento osteopatico è contemplato nel protocollo di trattamento conservativo del piede cavo, esistono diverse tecniche di mobilizzazione e manipolazione. Poche sono le evidenze scientifiche in letteratura riguardo la validità di queste tecniche. L’apertura dell’articolazione talocrurale attraverso manipolazione diretta è descritta per aumentare la dorsiflessione in caso di piede equino, diabete, fascite plantare e disfunzione della caviglia. La tecnica di strain-counterstrain è descritta per la lateralità del calcagno e per aumentare l’eversione del retropiede. La manipolazione diretta dell’osso navicolare per aumentare la pronazione del mesopiede non è riportata in letteratura. La mobilizzazione del cuboide è descritta per migliorare la dorsiflessione della caviglia, mentre la manipolazione del cuboide a catena cinetica aperta per migliorare la pronazione del mesopiede non è riportata in letteratura. Infine la mobilizzazione della prima falange metatarsale per aumentare la dorsiflessione durante la deambulazione non appare in letteratura.

Le tecniche descritte sono state utilizzate su una donna di 27 con piede cavo bilaterale, presente anche nella madre in forma meno severa, che si è manifestato in modo asintomatico già a otto mesi di vita con i primi passi. Tale deformità non ha creato disturbi fino all’età di 27 anni nonostante la ragazza svolgesse un’intensa attività fisica. Al momento in cui si è presentata dall’osteopata, tuttavia, la paziente lamentava lombalgia e dolore agli arti inferiori. All’esame obiettivo si sono evidenziate grosse disfunzioni a livello del piede e di tutte le articolazioni degli arti inferiori. Le tecniche proposte, sia quelle descritte in letteratura che quelle senza validità scientifica, sono state applicate per tre sedute, risolvendo totalmente l’atteggiamento del piede e degli arti inferiori. Questo caso clinico mostra come in alcuni casi di piede cavo  la manipolazione sia sufficiente per la completa correzione della deformità.

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Programma degli incontri

Gli incontri di gruppo hanno lo scopo di approfondire alcuni aspetti della vita della neomamma, fondamentali per il benessere di tutta la famiglia, genitori e bambini. Le tre professioniste si occuperanno di inquadrare gli argomenti proposti nel proprio ambito di competenza. Al termine di ogni incontro verrà lasciato spazio per eventuali domande e dubbi.

Sofia (104)

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Il corpo dopo il parto

Con la nascita di un bimbo il corpo della donna subisce grandi cambiamenti. Durante la gravidanza tutte le strutture si adattano al nuovo inquilino: non solo l’utero, ma anche tutti gli organi circostanti, i muscoli e le articolazioni del bacino e della colonna vertebrale. Durante il parto poi le stesse strutture devono lavorare per detendersi e lasciare passare il piccolo, ma contemporaneamente sforzarsi per aiutarlo nell’uscita dal canale. In seguito alla nascita si devono infine riadattare a svolgere le loro funzioni come avveniva fisiologicamente prima della gravidanza. Spesso non ci aspettiamo tutti questi repentini cambiamenti e, ancora più spesso, i nuovi ritmi di vita ci distraggono dal recupero funzionale delle strutture del nostro corpo.

L’incontro proposto ha lo scopo di comprendere meglio questi cambiamenti, come e perché avvengono. Aiuterà inoltre a conoscere quali ripercussioni ci possono essere a livello fisico ed emotivo. Proporrà inoltre un approccio per un migliore e più rapido recupero dell’equilibrio del proprio corpo.

Chiara Frittoli D.O. B.Sc Ost – Osteopata

  • Quali sono le strutture maggiormente coinvolte nei cambiamenti del corpo della donna durante e in seguito alla gravidanza
  • Quali sono i segni e i sintomi che manifestano una sofferenza di tali strutture
  • Come avviene la valutazione osteopatica della neomamma
  • Come avviene il trattamento osteopatico

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Il sonno del neonato

Il sonno è un momento fondamentale nella vita di ciascuno, specialmente in quella dei più piccoli. Durante il sonno l’organismo si riposa e recupera le energie, finalizzate nel neonato all’ottimale sviluppo psicomotorio. Quando il sonno del neonato è turbato o disturbato da uno o più fattori i “ritmi circadiani” (una sorta di orologio interno) di genitori e bambino vengono alterati, con inevitabili ripercussioni sulla vita quotidiana della famiglia.

L’incontro proposto ha lo scopo di aprire una finestra sul mondo del sonno, su come questo influenzi la vita del piccolo, ma anche quella dei genitori. Si parlerà di come è possibile affrontare in famiglia le alterazioni del sonno e di come approcciare questi disturbi parafisiologici per i quali la medicina tradizionale attualmente non propone terapie.

Dott.ssa Paola Brambilla – Psicologa e Psicoterapeuta

  • Conoscere i bambini ed il loro sonno dagli 0 ai 6 anni
  • L’addormentamento
  • L’allattamento notturno
  • Le paure notturne
  • Consigli per far dormire tutti i bambini

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Affrontare le coliche

Le coliche neonatali vengono descritte come pianto eccessivo nei primi 3/4 mesi di vita (più di tre ore al giorno per più di tre giorni a settimana per più di tre settimane). Al pianto, che tipicamente è inconsolabile e non cessa cullando o allattando il bambino, si associano altri segni come il rossore in volto, l’addome teso e le gambe flesse al petto. Le coliche sono un fenomeno molto stressante per il genitore, che si sente impotente non riuscendo a calmare il proprio bambino, ma anche per il piccolo che spesso presenta irritabilità durante il giorno e difficoltà a dormire la notte.

L’incontro proposto ha lo scopo di aprire una finestra sul mondo delle coliche, sia per quanto riguarda l’aspetto fisico e il trattamento, sia per quanto riguarda l’aspetto emotivo.

Chiara Frittoli D.O. B.Sc Ost – Osteopata

  • Come si manifestano le coliche
  • Quali sono le cause ipotizzate in letteratura medica
  • Come vengono inquadrate le coliche in ambito osteopatico
  • Quali sono le strutture che l’osteopata valuta e tratta in presenza di coliche
  • Come avviene il trattamento osteopatico

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Osteopatia e otite media acuta

J Am Osteopath Assoc. 2014 Jun;114(6):436-47. Effect of osteopathic manipulative treatment on middle ear effusion following acute otitis media in young children: a pilot study. Steele KM1, Carreiro JE2, Viola JH2, Conte JA2, Ridpath LC2.

L’otite media acuta nei bambini è molto diffusa. Solitamente è consequenziale all’effusione dell’orecchio medio che può portare perdita  dell’udito, problematica per la quale è comunemente utilizzata la chirurgia. L’obiettivo dello studio proposto è stato quello di valutare l’efficacia del protocollo di trattamento osteopatico sulla risoluzione dell’effusione dell’orecchio medio in seguito a un episodio di otite media acuta. Gli autori hanno ipotizzato che l’osteopatia, in aggiunta alla terapia medica standard  sui ragazzi con otite media acuta, riduca la durata di effusione dell’orecchio medio in seguito all’insorgenza dell’otite. Sono stati messi a confronto la terapia medica tradizionale e la terapia medica tradizionale associata al trattamento osteopatica per tutto il periodo di durata dell’effusione dell’orecchio medio in seguito a otite media acuta. I pazienti avevano età compresa tra i 6 mesi e i 2 anni. Il gruppo trattato anche con l’osteopatia riceveva le sedute durante le visite mediche settimanali. È stata registrata una lettura della timpanometria e del reflettometro acustico settimanale per tutti i pazienti. Dei 52 pazienti arruolati 43 anno completato lo studio e 9 ne sono usciti. Non sono state evidenziate differenze demografiche tra i pazienti. Sono stati arruolati solo pazienti che al momento dell’ingresso nello studio clinico presentavano timpanogrammi anormali. I dati del timpanogramma hanno dimostrato un miglioramento statisticamente significativo nell’effusione dell’orecchio medio alla terza visita nel gruppo trattato con terapie medica e osteopatica. Anche i dati raccolti dal reflettometro acustico hanno dimostrato un miglioramento statisticamente significativo alla terza visita nel gruppo trattato anche con l’osteopatia. Non sono emerse invece differenze subito dopo la somministrazione del protocollo osteopatico. In conclusione un protocollo osteopatico standard somministrato in aggiunta alle cure standard per i pazienti con otite media acuta potrebbe velocizzare la risoluzione dell’effusione dell’orecchio medio in seguito a otite media acuta rispetto all’applicazione della sola terapia tradizionale.

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Mettiamoci in gioco

Attività psicomotoria di gruppo

Anche quest’anno viene proposto il laboratorio di attività psicomotoria di gruppo “Mettiamoci in GIOCO” rivolto ai bambini nella fascia d’età tra i 3 e i 6 anni.
Il progetto si propone di favorire e sostenere lo sviluppo armonico del bambino attraverso il gioco: la condizione più semplice ed efficace per apprendere, sperimentare e condividere esperienze.In allegato il volantino scaricabile con tutte le informazioni per l’anno 2014/2015.

Dott.ssa Giulia Gaviraghi e Dott.ssa Federica Riva – Terapiste della neuropsicomotricità dell’età evolutiva

 Mettiamoci in gioco – info

 

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Dolore pelvico

J Am Osteopath Assoc. 2007 Nov;107(10 Suppl 6):ES17-20.
Using integrative therapies to treat women with chronic pelvic pain.
Tettambel MA.

Il seguente caso clinico descrive una tipica presentazione di trattamento di donna che soffre di dolore pelvico.

Pamela, donna di 54 anni, ha avuto l’ultima mestruazione 16 mesi fa. La donna lamenta vampate, dolori articolari multipli e dispareunia (dolore al rapporto sessuale). In anamnesi presenta inoltre dolore pelvico e lombalgia, che ha attribuito al progressivo aumento di peso in seguito ai due parti. Il primo è avvenuto con forcipe, in seguito Pamela ha sofferto per 8 mesi di incontinenza. Il secondo parto è stato cesareo, poichè la testa del bambino non si era correttamente incanalata. La donna è stata sottoposta a isterectomia 10 anni prima per far fronte alla lombalgia, che tuttavia è rimasta invariata. Escluse patologie endocrine, la diagnosi è quella di osteopenia e possibile fibromialgia. Oltre ai farmaci anti-infiammatori, di cui Pamela abusa, vengono prescritti antidepressivi, narcotici, miorilassanti, pillole dietetiche e sonniferi. Il disturbo viene considerato da lei un grosso problema, anche per il suo matrimonio.

La filosofia osteopatica vede la persona come un insieme di corpo e mente; l’approccio terapeutico ricerca la causa originaria del problema, non soltanto il sintomo. Il corpo della donna deve subire diversi stress durante la gravidanza, per adattarsi all’ingombro del feto che progressivamente cresce, ma anche dopo il parto, in relazione alle attività di gestione del bambino. Il dolore pelvico è un problema che affligge dal 5% al 20% di donne in America: questo sintomo è la causa del 10% di visite ginecologiche, del 40% di laparoscopie e del 10-15% di isterectomie. Il dolore pelvico cronico è spesso conseguente ad altre patologie come endometriosi, ripetute infiammazioni ginecologiche, cisti ovariche, frequenti cistiti, sindrome del colon irritabile. Il bacino della donna è in continuo cambiamento: dopo il menarca la pelvi tende ad allargarsi e si crea un’intrarotazione delle cosce che va a far soffrire il pavimento pelvico. Durante la gravidanza i legamenti diventano elastici (per favorire l’adattamento del bacino al feto e il parto), creando instabilità a livello pelvico e lombare. Durante il parto, poi, si può verificare una compressione del plesso nervoso sacrale. Talvolta si presentano patologie d’organo (cistiti, sindrome del colon irritabile) che ulteriormente influenzano la meccanica della pelvi. L’osteopatia, stabilizzando le strutture pelviche e migliorando la meccanica degli organi contenuti, può prevenire e migliorare il dolore pelvico cronico. Spesso le donne che soffrono di dolore pelvico presentano disagi psicologici passati (abuso sessuale, problemi familiari, divorzio) o stress presente, con conseguente aumento di tensione muscolare dolore lombare, bruxismo, cefalea. Pertanto il miglior approccio terapeutico per la donna che soffre di dolore pelvico cronico è multidisciplinare, che tenga conto dell’aspetto fisico, ma anche di quello emotivo. L’osteopatia può lavorare sulla meccanica pelvica attraverso tecniche di inibizione muscolare, tecniche a energia muscolare e di bilanciamento legamentoso. Tuttavia, aprocciando la persona in modo olistico, può anche favorire il benessere emotivo delle pazienti, indirizzando ad adeguati professionisti specializzati in tale ambito.

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