Nel terzo trimestre di gravidanza le dimensioni dell’utero sono ormai considerevoli, ciò va a modificare la posizione degli organi adiacenti, in particolare dell’intestino. Questo implica anche un aumento delle pressioni addominali che ostacolano ulteriormente il corretto drenaggio degli organi interni. A tutto ciò si aggiungono le alterazioni ormonali che hanno una forte influenza sulla peristalsi. Succede molto spesso perciò che la gestante, soprattutto se predisposta già precedentemente alla gravidanza, soffra di stitichezza e che questo disturbo vada peggiorando negli ultimi mesi prima del parto. L’intervento osteopatico può limitare questa problematica andando a lavorare sulle pressioni addominali e toraciche e sul drenaggio degli organi interni. Il trattamento consiste in un riequilibrio dei diaframmi (toracico e pelvico) e in tecniche indirette di mobilizzazione degli organi. Lavorando poi sulla colonna dorso-lombare è possibile interagire con l’innervazione del sistema digerente, poiché da questo livello emergono le radici nervose dirette agli organi interessati.
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Gonfiore e crampi ad arti superiori e inferiori
Nel terzo trimestre di gravidanza i gonfiori ad arti superiori e inferiori tendono ad accentuarsi notevolmente. Gli edemi sono dovuti alle fisiologiche alterazioni che avvengono nei tessuti della gestante, che diventano maggiormente imbibiti per mezzo delle variazioni ormonali. L’aumento della pressione intra-addominale, poi, può ostacolare il ritorno venoso aggravando ulteriormente i gonfiori e provocando, talvolta, fastidiosi crampi. È possibile limitare questo fisiologico processo con un’adeguata attività fisica e con alcuni accorgimenti posturali. Il trattamento osteopatico, affiancandosi agli esercizi, può migliorare questo spiacevole disturbo stimolando la circolazione. L’approccio manuale consiste in tecniche di inibizione dei diaframmi e di drenaggio linfatico, che danno un sollievo a breve termine, ma anche un miglioramento generale della condizione a lungo termine.
Dolori pelvici e incontinenza urinaria da sforzo
Il dolore pelvico e l’incontinenza urinaria da sforzo sono disturbi che compaiono frequentemente nell’ultimo periodo di gravidanza a causa dei forti cambiamenti strutturali e dei movimenti del feto nell’utero. La pressione intraddominale aumenta sotto la spinta dell’incremento di volume dell’utero e i muscoli del pavimento pelvico, che sostengono tutti i visceri, si allungano andando talvolta in tensione. Quando questa variazione è particolarmente repentina i tessuti non hanno modo di adattarsi e il processo diventa fastidioso. Per lo stesso motivo possono avvenire anche delle involontarie perdite di urina, a causa proprio della distensione muscolare. L’osteopata può intervenire in modo complementare agli esercizi di rinforzo di questi muscoli, andando a rilasciare il pavimento pelvico e riequilibrando così tale struttura. Questo lavoro è molto utile anche in preparazione al parto: più i tessuti sono elastici e meno dolorose saranno le spinte. Il trattamento consiste in tecniche dirette di inibizione della muscolatura, tecniche che sfruttano la respirazione della paziente e infine tecniche di riequilibrio della pelvi.
Dorsalgia
Il dolore dorsale si associa comunemente a quello lombare, ma può comparire anche in maniera isolata. La parte toracica della colonna vertebrale è quella meno deputata al movimento, infatti la dorsalgia si manifesta per lo più a riposo o con posizioni mantenute. Spesso il dolore dorsale in gravidanza è legato ai cambiamenti strutturali dei legamenti, in particolare del bacino, che diventano più elastici. L’instabilità della pelvi per questi cambiamenti e per l’aumento del peso anteriormente viene contrastata dalla rigidità articolare della colonna dorsale e dalla contrattura della muscolatura paravertebrale. In questo modo però tutto il torace va in sofferenza. L’intervento osteopatico agisce quindi mobilizzando la zona e rilasciando la muscolatura dorsale paravertebrale ai fini di alleviare il dolore e garantire lo stesso una stabilità alla donna con dei corretti input neurologici che consentano una migliore distribuzione del carico.
Lombo-sciatalgia
Il dolore lombare con irradiazione all’arto inferiore è un disturbo che si presenta solitamente dal secondo trimestre di gravidanza, ma che si esaspera nel terzo trimestre, quando i cambiamenti del corpo e della postura diventano eclatanti. Le modificazioni che il corpo subisce avvengono sotto lo stimolo ormonale che imbibisce i tessuti e li rende più elastici, ma anche sotto lo stimolo meccanico del peso e dell’ingombro del piccolo ospite che sposta in avanti il carico del peso. La maggiore elasticità delle strutture del bacino crea una sorta di instabilità che viene contrastata dalla contrattura della muscolatura paravertebrale. Tale contrattura tende ad accentuarsi poi per compensare lo sbilanciamento anteriore dovuto al peso del feto. La tensione muscolare può estendersi fino a coinvolgere tutta la catena dell’arto inferiore, creando la sintomatologia irradiata. Tuttavia un dolore simile può essere dato anche dalla compressione che la testa del feto compie sulle radici del plesso sacrale. In tutti i casi l’osteopatia può intervenire riportando equilibrio in uno schema corporeo inevitabilmente alterato. Il trattamento consiste in tecniche di rilascio della muscolatura paravertebrale e della fascia toraco-lombare. Inoltre il lavoro sulle articolazioni di bacino e colonna vertebrale permettono al corpo di accettare meglio le modificazioni strutturali che la gravidanza impone.
Depressione post-partum
La depressione post-partum è quel disturbo dell’umore che colpisce le donne nel periodo immediatamente successivo al parto. Dopo i primi giorni dalla nascita del bimbo la vitalità, l’esuberanza e le energie concentrate verso la cura del piccolo spariscono e lasciano spazio alla tristezza, alla spossatezza e alla mancanza di stimoli. Spesso viene voglia di piangere: è un disturbo che, sebbene per molto tempo considerato come un tabù, è in crescita soprattutto nelle società industrializzate. E’ fondamentale riconoscere il fenomeno, cercare per quanto possibile di prevenirlo e curarlo una volta in atto. Esistono molte misure che si possono adottare, a partire dal supporto del partner, per arrivare eventualmente a una terapia psicologica. E’ importante praticare un’attività fisica che permetta di staccare per brevi periodi dalla responsabilità della maternità e che consenta alla donna di recuperare il rapporto con il proprio corpo. Può intervenire, in affiancamento alla medicina tradizionale, anche l’osteopatia che, con tecniche specifiche, può interagire con il rilascio di endorfine, quelle sostanze chimiche rilasciate dall’encefalo che danno la sensazione di benessere. Studi scientifici hanno dimostrato come il trattamento osteopatico, associato a terapia medica tradizionale, abbia ridotto in modo molto evidente lo stato di depressione, con risultati decisamente più positivi rispetto ai pazienti trattati soltanto con terapia farmacologica. L’approccio osteopatico in questo caso è principalmente di tipo cranio-sacrale.
Dolori agli arti superiori
L’allattamento, al seno o al biberon, richiede un grosso sforzo alle braccia della madre. Sostenere diverse ore al giorno il peso del bimbo, per quanto leggero nei primissimi giorni di vita, provoca spesso affaticamento a livello dei muscoli delle braccia. Quando non correttamente utilizzati, possono inoltre comparire dolori che coinvolgono tutto l’arto superiore, la spalla e il collo. Se diventano cronici questi dolori possono portare all’assunzione di posture antalgiche e quindi a disfunzioni a livello della colonna vertebrale. E’ possibile prevenire questi atteggiamenti alterati intervenendo il più precocemente possibile. L’osteopatia può infatti dare sollievo a questi dolori con un lavoro di rilascio e defaticamento muscolare, associato a corretti esercizi di allungamento delle strutture interessate. Le tecniche comprendono l’inibizione diretta della muscolatura e la mobilizzazione delle articolazioni coinvolte negli atteggiamenti posturali alterati.
Dolori lombari e dorsali
Nei primi mesi di vita il neonato ha bisogno di essere accudito in ogni singolo momento della giornata, spesso necessita di essere tenuto in braccio e di essere sollevato dalla culla o dalla carrozzina. Questi movimenti sono nuovi per la mamma, perciò i muscoli non sono preparati a tali sforzi. Se eseguiti in modo non corretto inoltre possono essere molto stressanti a livello della colonna vertebrale. Succede spesso che compaiano dolori muscolari e articolari a livello dorsale e lombare. Il trattamento osteopatico può intervenire alleviando questi dolori attraverso un lavoro di inibizione muscolare e di mobilizzazione della colonna vertebrale per garantire una corretta distribuzione dei carichi e quindi una corretta esecuzione dei movimenti.
Dolore post-operatorio
Il parto cesareo viene effettuato sempre con maggiore frequenza, talvolta con l’idea di evitare il dolore della fase espulsiva. In realtà i dolori post-partum sono maggiori e la ripresa del benessere fisico più lenta. La ferita può infatti creare fitte e bruciori nel momento in cui si rimargina e successivamente per le aderenze che tende a creare. L’osteopata può intervenire solo una volta che il taglio si è completamente cicatrizzato per togliere o prevenire queste tensioni. Inoltre, in base all’approccio olistico su cui si basa la medicina osteopatica, può lavorare sul riequilibrio generale del corpo della donna, garantendone una più rapida ripresa, permettendole di occuparsi al meglio del proprio bambino. Il trattamento consiste in tecniche di inibizione diretta della cicatrice e tecniche cranio-sacrali e fasciali sui diaframmi e sulle membrane a tensione reciproca.
Dolori pelvici e incontinenza urinaria da sforzo
Il dolore pelvico e l’incontinenza urinaria da sforzo sono disturbi che compaiono frequentemente in seguito a un parto naturale, specialmente se la fase espulsiva è stata molto rapida o al contrario eccessivamente lunga. In tal caso le strutture del pavimento pelvico sono sottoposte a un ulteriore stress. I muscoli nel momento di massima dilatazione, tendono a lacerarsi e, se questo non avviene in modo corretto, viene praticata l’episiotomia, un taglio che permette l’aumento del diametro vaginale. In entrambi i casi le strutture muscolo-tendinee del pavimento pelvico subiscono un trauma non indifferente e il recupero può essere doloroso e non perfettamente funzionale. Le aderenze che si creano a livello della cicatrice dell’episiotomia e le tensioni muscolari possono provocare delle fitte dolorose e perdita involontaria di urina. Fondamentale è il recupero del tono muscolare attraverso esercizi di rinforzo mirati. L’intervento osteopatico ben si affianca a questi esercizi, attraverso un rilascio del pavimento pelvico e un riequilibrio della struttura, in modo che il rinforzo muscolare sia il più efficace possibile. Il trattamento consiste in tecniche dirette di inibizione della muscolatura, che sfruttano la respirazione della paziente e di riequilibrio della pelvi.