L’ipercifosi è un accentuazione della normale curva del rachide dorsale che tende, quando presente, ad aggravarsi durante le fasi dello sviluppo. Escluse condizioni anatomiche vertebrali, l’ipercifosi può essere legata all’assunzione di posizioni scorrette, durante il gioco o lo studio, a un’insufficiente attività fisica che comporta un ridotto tono muscolare, ma possono esistere anche cause psicologiche. L’intervento osteopatico, affiancato da un’adeguata attività fisica ed eventualmente da terapia psicologica, può migliorare molto tale atteggiamento, riducendo in modo netto le posture viziate. Il trattamento manipolativo ha come scopo quello di dare mobilità al tratto dorsale, molto rigido in presenza di ipercifosi, e di ridurre le tensioni anteriori provenienti dallo sterno e dalle strutture anteriori del torace, che determinano la tipica chiusura delle spalle in avanti. Gli input che vengono dati a livello muscolare inoltre mirano a migliorare l’utilizzo di questi durante l’attività fisica, per favorire un recupero ottimale delle curve fisiologiche del paziente.
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Emicrania e cefalea
Il “mal di testa” è un sintomo che sempre più spesso si presenta anche tra i giovani, e l’adolescenza è uno dei momenti in cui può esordire. Esistono vari tipi di cefalea, che hanno molteplici cause. Le più frequenti sono le cefalee miotensive, date dalla contrattura della muscolatura cervicale e suboccipitale. Queste cefalee si presentano tipicamente la sera e in relazione a giornate particolarmente faticose o stressanti. Spesso la contrattura muscolare si relaziona a traumi precedenti (colpi di frusta, cadute sull’occipite o traumi facciali), a problemi dentali o all’utilizzo di apparecchi ortodontici, a problemi visivi o alla correzione di miopia e ipermetropia con occhiali. In tutti questi casi l’osteopata cercherà di capire la relazione che questi elementi hanno con la muscolatura cervicale e con la cefalea e correggerà sia la causa della contrattura muscolare, sia la causa della cefalea, attraverso tecniche di inibizione, stretching, mobilizzazione e rilascio fasciale. Nel caso di utilizzo di apparecchi ortodontici o occhiali l’intervento osteopatico aiuterà il paziente ad adattarsi meglio al dispositivo in modo da limitare gli effetti indesiderati che questo può avere. L’emicrania è un altro tipo di cefalea, data probabilmente da un’infiammazione dei vasi sanguigni cranici, con una componente di familiarità molto elevata. Questo tipo di cefalee si manifesta con episodi più o meno ripetuti, la cui frequenza si accentua durante periodi stressanti e in relazione al ciclo. L’osteopatia può intervenire migliorando il drenaggio dei seni venosi (le vene del cranio) e interagendo con l’innervazione di tali vasi la cui emergenza è a livello della colonna dorsale. I risultati per il trattamento dell’emicrania sono meno favorevoli rispetto a quelli per la cefela miotensiva, che ha più o meno sempre un’ottima prognosi. Tuttavia l’osteopatia può quanto meno ridurre la frequenza degli episodi e limitare così il ricorso alla terapia farmacologica, sempre preferibilmente evitabile nel giovane.
Dismenorrea
Per dismenorrea si intende un ciclo particolarmente abbondante e molto doloroso, tanto da impedire spesso le normali attività scolastiche o sportive. Talvolta ai dolori addominali si associano lombalgia, dolore pelvico e nausea. Questa sintomatologia, in assenza di una patologia ginecologica vera e propria, può essere determinata o comunque accentuata dalla tensione di muscoli e legamenti limitrofi agli organi genitali, che sotto l’influenza ormonale subiscono delle modificazioni durante il periodo mestruale. Il trattamento osteopatico può intervenire per alleviare tali disturbi attraverso un lavoro di inibizione muscolare e di rilascio fasciale. Lo scopo è quello di migliorare lo stato tensivo di tali strutture e il drenaggio degli organi genitali, al fine di ridurre la frequenza e l’intensità dei sintomi.
Dolore post-traumatico e post-operatorio
I traumi, sportivi e non, sono spesso alla base di interventi chirurgici negli adolescenti, in particolare a livello di caviglia e ginocchio. Negli ultimi anni l’attività sportiva, sempre più agonistica, sta facendo aumentare l’incidenza di distorsioni con conseguenti lesioni di legamenti, muscoli, tendini e fratture ossee. Il trattamento osteopatico può intervenire sia in seguito al trauma che in seguito all’intervento chirurgico, in primis per alleviare il dolore e ridurre, o evitare del tutto, la terapia farmacologica. In seguito al trauma l’articolazione interessata tende a gonfiarsi e le strutture circorstanti (capsula, legamenti, tendini e muscoli) vanno in tensione ai fini di proteggere la zona traumatizzata. L’osteopata può quindi alleviare il dolore attraverso un lavoro di drenaggio dell’articolazione stessa, di inibizione e rieducazione delle strutture molli lesionate. Può anche favorire un più rapido e miglior recupero della funzionalità dell’articolazione interessata e per la prevenzione di successive disfunzioni. In seguito a un intervento chirurgico, invece, l’osteopata può intervenire per ridurre le aderenze che la cicatrice crea a livello di tutte le strutture circostanti, alleviando il dolore e prevenendo tensioni o riduzione di mobilità dell’osso o dell’articolazione interessati. Come per gli interventi chirurgici ortopedici, l’approccio osteopatico è molto adatto anche nel caso di interventi di chirurgia generale (neoplasie, ostruzioni intestinali, malformazione di organi, infiammazioni acute, ecc), sempre agendo successivamente all’operazione a livello della cicatrice e delle strutture circostanti.
Lombalgia
Il dolore lombare si presenta frequentemente in tutte le fasce di età, compresa quella giovanile. Se il paziente non ha avuti grossi traumi o incidenti, o presenti alterazioni anatomiche a livello vertebrale, in età adolescenziale la lombalgia ha quasi sempre un’origine muscolare. L’approccio osteopatico affronta questi dolori indagando il motivo per il quale tali strutture muscolari vanno a soffrire. Le cause primarie possono essere molteplici: alterazioni a livello biomeccanico di altre zone (scoliosi, ipercifosi, dismetrie, deformazioni a livello toracico, disfunzioni degli arti inferiori), ma anche tensioni viscerali (a livello del sistema digerente o genitourinario). Il trattamento osteopatico verterà quindi, oltre che sul rilascio delle strutture muscolari coinvolte, anche sulla risoluzione della causa primaria alla base della lombalgia.
Dolori muscolari e articolari
I cosiddetti “dolori della crescita” compaiono abbastanza frequentemente nei giovani in rapida crescita a livello di muscoli e articolazioni di arti inferiori, superiori o della colonna vertebrale. Spesso sono dolori passeggeri, che si manifestano in modo più o meno intenso per pochi giorni, esordendo in modo apparentemente atraumatico, e che tendono a risolversi spontaneamente. Uno dei motivi per il quale possono insorgere tali dolori è legato al fatto che i tessuti molli hanno difficoltà ad adattarsi alla rapida crescita ossea del ragazzo. L’osteopatia può intervenire per alleviare il dolore durante gli episodi acuti, attraverso un lavoro di inibizione e allungamento della muscolatura coinvolta, evitando così la terapia farmacologica. Può inoltre prevenire ulteriori ricadute, grazie a specifici input neurologici mediante il lavoro sul muscolo stesso. Evita l’insorgenza di posture antalgiche che possono provocare successivi squilibri, dolori e asimmetrie.
Morbo di Osgood-Schlatter e di Sever
Il morbo di Osgood-Schlatter è un processo degenerativo a carico della tuberosità tibiale anteriore, mentre il morbo di Sever colpisce la tuberosità calcaneare posteriore. Queste sindromi rientrano nella categoria delle osteocondrosi: il nucleo di ossificazione, che non ha ancora terminato il suo sviluppo, tende a degenerare probabilmente per un disturbo vascolare o endocrino. Si manifestano prevalentemente in età adolescenziale, quando l’attività osteogenetica è maggiore, e soprattutto negli sportivi che sottopongono tali nuclei a microtraumi ripetuti per la trazione che i tendini vi esercitano. La sintomatologia si manifesta soprattutto dopo l’attività sportiva, con dolore molto intenso a livello dell’articolazione interessata. La terapia consiste esclusivamente nell’astensione dall’attività fisica per qualche mese, il tempo necessario ai nuclei per completare la loro ossificazione. Nel frattempo l’osteopatia può intervenire per alleviare il dolore che tendenzialmente comunque compare in seguito ad attività dalle quali non ci si può astenere (camminare, fare le scale, andare in bicicletta), attraverso l’inibizione della muscolatura limitrofa all’articolazione e a un lavoro di drenaggio della zona. Può inoltre intervenire migliorando l’assetto biomeccanico degli arti inferiori in modo da limitare il più possibile sollecitazioni eccessive nei normali movimenti quotidiani. Può prevenire o rallentare la deformazione dell’apofisi riducendo la tensione del tendine (rotuleo o achilleo) su di essa.
Ginocchio varo/valgo
Per ginocchio varo si intende una deformità per la quale il ginocchio tende verso l’esterno, il ginocchio valgo invece tende verso l’interno. Tali deformità si manifestano frequentemente nell’età pediatrica, tendendo alla spontanea risoluzione entro l’adolescenza. Soprattutto il ginocchio valgo si associa a obesità ed è prevalente nel sesso femminile, che fisiologicamente presenta legamenti molto elastici. Il trattamento chirurgico si attua solo in presenza di deformità molto gravi sia dal punto di vista biomeccanico che dal punto di vista estetico. Quando le alterazioni sono lievi o moderate, l’osteopatia può intervenire migliorando la funzionalità delle articolazioni coinvolte. Pur non cambiando la forma anatomica degli arti inferiori, il trattamento osteopatico riduce le possibilità di un ulteriore peggioramento e previene una gonatrosi precoce, che spesso si associa a queste deformità per alterata distribuzione del peso sulle articolazioni che lavorano in carico. Le tecniche utilizzate sono principalmente articolatorie per la mobilizzazione e il recupero della corretta funzionalità dell’articolazione del ginocchio, ma anche quelle di caviglia e anca.
Piede piatto e alluce valgo
Il piede piatto consiste in una riduzione dell’arco plantare che porta un aumento della superficie di appoggio della pianta del piede. Questa alterazione si presenta molto più frequentemente nel sesso femminile, in cui spesso le strutture capsulo-legamentose sono più elastiche. Il piede piatto può creare fastidi e dolori più o meno diffusi, perchè la caduta della volta porta in stress la fascia plantare, obbligandola a lavorare in stiramento. Quando a questa alterazione si aggiunge l’alluce valgo, la situazione peggiora ulteriormente. L’alluce valgo è una deformazione che allontana la testa del primo metatarso dalle altre dita. Di solito si manifesta in età adulta, ma può presentarsi già in giovane età, avendo un’importante componente familiare e genetica. Il trattamento osteopatico lavora sul rilascio della fascia plantare e sul recupero di funzionalità delle articolazioni del piede, sia per alleviare il dolore che per prevenire ulteriori atteggiamenti scorretti di articolazioni e strutture limitrofe.
Dismetrie
La differente lunghezza degli arti inferiori si riscontra molto spesso, soprattutto nei giovani. La dismetria può ridursi fino ad annullarsi completamente, ma può anche permanere terminato lo sviluppo. Può inoltre presentarsi in seguito alla riduzione di fratture del femore o della tibia. Tendenzialmente si attua la correzione con un rialzino quando la dismetria è di alcuni millimetri, a volte invece la differenza non viene corretta. In questo caso l’intervento dell’osteopata è molto utile al fine di riequilibrare al meglio tutte le strutture degli arti inferiori, ma anche della colonna vertebrale, che inevitabilmente si devono adattare alla dismetria. Il trattamento osteopatico può aiutare in modo significativo anche il paziente che utilizza il rialzo: è molto importante che articolazioni come caviglia, ginocchio e anca si “assestino” e che quindi il dispositivo non crei dolore o adattamenti errati. In entrambi i casi il trattamento consiste in tecniche di mobilizzazione delle articolazioni coinvolte e tecniche di inibizione e allungamento muscolare.