“An energetic and exciting osteopathic profession is alive and thriving in Italy” (Chaitow L. J Bodyw Mov Ther Italian. Osteopathy–an exciting European example; 14(4):309-11, 2010).
L’apprezzamento di Chaitow al secondo Congresso della Medicina Osteopatica nei confronti dell’Osteopatia Italiana è molto significativo: un autore, noto a livello internazionale, riconosce non solo che tale disciplina sta notevolmente crescendo in Italia negli ultimi anni, ma anche che sta assumendo peculiari connotazioni rispetto all’osteopatia nel resto del mondo, dove i campi d’azione restano limitati.
Tuttavia al momento l’osteopatia non è inclusa nel Serivizo Sanitario Nazionale in Italia, non essendo considerata, nell’ordinamento italiano, tra le professioni sanitarie . Nonostante ciò, recentemente sono stati fatti alcuni passi verso il riconoscimento dell’osteopatia in Italia recentemente . Con il disegno di legge 3270 ratificato dal Senato il 15 novembre e poi approvato alla Camera dei Deputati il 19 dicembre 2012, infatti, è stata data la possibilità all’osteopatia, così come ad altre professioni, di autoregolarsi.
La legge fa riferimento all’articolo 117 della Costituzione che dà allo Stato l’autorità legislativa riguardo la tutela della salute e l’organizzazione delle professioni, facendo una distinzione tra le professioni dotate di albi e professioni non organizzate in ordini o collegi (articolo 1). Sulla base di ciò viene data la possibilità a queste ultime di organizzarsi in associazioni private che garantiscano le competenze degli associati e una condotta degli stessi secondo principi etici (articolo 2). Viene anche stabilito che le associazioni debbano avere delle regole con rispettive sanzioni nel caso di negligenza e degli specifici criteri di inclusione per la partecipazione (articolo 5). Viene infine richiesto, a garanzia del paziente, il certificato di conformità dei partecipanti rilasciato dall’ente accreditato UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione) (articolo 7).
Questa legge non riconosce l’osteopatia e occorrerà lavorare ancora molto affinchè lo Stato Italiano la annoveri tra le professioni sanitarie. Tuttavia è un piccolo passo che sta a significare una maggior coscienza a livello nazionale della professione osteopatica. Grazie a tutti i pazienti che le stanno dando fiducia.